Uno studio del 2017 pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology e coordinato dagli epidemiologi dell'IRCCS Neuromed di Pozzilli, in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità, l'Università dell'Insubria a Varese e il Cardiocentro Mediterraneo di Napoli, ha preso 22.811 molisani e ha monitorato la loro dieta con o senza peperoncino per otto anni.
(Ma ve li immaginate 22.811 molisani che partecipano a un test per misurare gli effetti benefici del peperoncino?!)
I risultati sono stati strabilianti: pare che chi consumi abitualmente (cioè almeno quattro volte la settimana) peperoncino sia potenzialmente meno esposto a morte per ictus (60%), infarto (40%) e addirittura alla morte in assoluto (!). E questo a prescindere dalla dieta!
A parte questo ultimo dato la cui veridicità dev'essere stata ampliamente filtrata dal giornalismo (davvero è difficile pensare che il peperoncino ti salvi anche dal cadere dalle scale) tutta la comunità scientifica agroalimentare ha avuto un moto di entusiasmo per il nostro frutto preferito e ha approfondito i vantaggi dell'uso costante di questo ortaggio che è una spezia. Tra le proprietà più interessanti c'è il suo essere un antibatterico naturale, alleato contro il colesterolo, attivatore di metabolismo ma anche aiuto contro la ritenzione idrica, ed è perfino utile contro il diabete tipo 2. Ha tante vitamine (B, K, A e pure la vitamina C: basta spremute! Via ai frullati di White Habanero!) che gli conferiscono il premio più prestigioso di tutti: essere un super afrodisiaco.
Ossigena le cellule che è un piacere, aumenta la vasodilatazione periferica e pure la temperatura corporea. Chi mangia peperoncino ha livelli di testosterone più alti, quindi lunghe barbe, folti peli e...vabbè avete capito.
Il perché di tutta questa salute in un unico frutto non è ancora del tutto spiegato ma i suoi benefici sono tanti e importanti. Ci sono anche ovvie controindicazioni: non è tutto oro quello che pizzica. Sindrome del colon irritabile, emorroidi, ulcere gastriche, reflusso gastroesofageo sono nemici naturali del peperoncino, perché nonostante ci sia una componente antidolorifica della capseicina, l'azione irritante vince (per la serie “don't try this at home”).
L'evidenza c'è, ma i fattori che concorrono a definire un alimento come valido nella lotta contro i rischi cardiovascolari sono talmente variabili che probabilmente aggiungere polvere piccante a un Big Mac non ci salverà. Scegliere cibi equilibrati, mangiare cose buone, fare anche qualche corsetta sicuramente è la strada per una vita sana e se qualche volta ci scappa la provetta di Carolina Reaper, beh, male di certo non fa!
Se sei motivato a intraprendere un sanissimo viaggio di scoperta piccante ma non sai da dove cominciare ti suggeriamo un approccio soft con i le nostre polveri di Capsicum baccatum: una polverizzata di Aji Lemon e l'insalata senza sale sarà un'avventura. Se invece preferisci qualcosa di goloso tuffati nella confettura di Physalis peruviana e Capsicum baccatum e non te ne pentirai!
Per approfondire:
Lo studio Moli-sani: https://www.moli-sani.org/?page_id=52
L'articolo completo sullo studio: https://www.onlinejacc.org/content/74/25/3139? _ga=2.142096242.1516108672.1576573726-2128930818.1576573726 I diretti interessati: theheart.org | Medscape Cardiology
Qualcosa di più divulgativo: https://www.vitadidonna.it/news/alimentazione/5825-mangiare- peperoncino-abassa-il-rischio-di-morte.html